Oleum saecularia


E’ il tempo il valore aggiunto dell’olio degli olivi secolari. Quel tempo che la modernità prova a cancellare, uniformare e banalizzare, come a voler togliere l’identità che rende ogni essere vivente – la natura nel suo insieme – testimone del suo territorio. L’identità quale diversità che porta ognuno a raccontare il proprio passato e vivere il presente sognando e progettando il domani.

Non è lontano il tempo dei traffici di questi patriarchi che, spiantati in Puglia e in altre regioni del Sud, raggiungevano il centro e il nord Italia per arricchire ville, vecchi e nuovi alberghi, ristoranti. Per i frequentatori delle autostrade era normale sorpassare o incrociare camion e perfino tir carichi di questi straordinari monumenti. Traffici illegali, visto che la legge anche allora vietava l’espianto degli ulivi, che nessuno ha mai bloccato. Poi, le leggi regionali di salvaguardia e tutela di questi patrimoni della natura, prima la legge della Puglia e, poi, quella della Calabria, che, però, hanno solo attutito il fenomeno, fino a quando non è venuto fuori la Xilella, che, invece di spiantare questi ulivi e mandarli altrove, ha dato la stura di segarli direttamente sul posto per liberare campi di ulivi secolari e pensare a farci altro.

Testimoni del tempo, d’identità e biodiversità, storia, cultura e, come tali messaggeri capaci di comunicare, promuovere e valorizzare l’olio extravergine di oliva e l’insieme dei prodotti che ad esso sono collegati.Soprattutto in questa fase in cui l’olio extravergine di oliva ha tutto per affermarsi e vivere la mediterraneità sulle tavole e sui banchi di lavoro di cuochi tra i più rinomati. Non solo perché filo conduttore di piatti ispirati dal territorio; dall’agricoltura contadina e, in particolare, dall’orto o dal mare, ma di quello stile di vita che la mediterraneità esprime, soprattutto per merito del suo olio di oliva che, al pari del vino, è cultura. (cit. P.D.L.2016)

Cultura che il tempo degli olivi secolari raccoglie, con dovizia di particolari, nell’olio delle olive da essi prodotte, che, più di altri, è mito e rito e, così, testimone eletto di territori che, con l’origine della qualità, sanno esprimere i valori degli usi e dei costumi, delle tradizioni.E’ così che l’olio di questi olivi, da secoli, è filo conduttore di quel patrimonio culturale, bene dell’umanità, qual è la Dieta mediterranea.